In continuità con il tema della partecipazione, oggetto della VI Giornata, nella VII Giornata APAFORM dei Formatori di Management affronteremo il tema delle relazioni che facilitano l’innovazione e la collaborazione all’interno delle aziende e tra diversi soggetti del sistema socioeconomico.
Partecipazione e facilitazione sono temi interconnessi, considerando che la facilitazione è volta a favorire la partecipazione attiva e inclusiva dei partecipanti, in un'interazione autentica e significativa.
La facilitazione è trasversale ed è oggetto di studio interdisciplinare: in ambito organizzativo, dove il facilitatore svolge un ruolo di supporto per aiutare i membri di un gruppo a raggiungere i loro obiettivi; nei contesti formativi, in cui il facilitatore aiuta i partecipanti ad apprendere in modo collaborativo e interattivo; a livello sociale, quando è utilizzata in contesti di conflitto e negoziazione e il facilitatore aiuta le parti coinvolte a trovare soluzioni condivise.
Facilitare il funzionamento organizzativo e i processi di innovazione
La scelta del luogo in cui si svolgerà la VII Giornata ha un valore evocativo e simbolico in quanto lo spazio, fisico o virtuale, non è più solo un contenitore in cui ospitare risorse, ma diventa l’aggregatore e l’attivatore di processi organizzativi e lo stimolatore di idee e creatività: quello che in latino è identificato come “genius loci”. Lo spazio influenza l’organizzazione dell’esperienza. Pertanto, la scelta dello spazio e la sua “organizzazione” diventano centrali nel facilitare e orientare i processi organizzativi e di innovazione. La gestione dello spazio fisico e delle tecnologie che consentono di realizzare spazi virtuali rappresenta un fattore che può agevolare l’interdisciplinarietà e facilitare l’incontro di conoscenze e di prospettive multidisciplinari indispensabili per i business model del futuro.
Facilitare l’apprendimento
Facilitare l’apprendimento significa aiutare a ricordare quello che si è appreso contestualizzandolo correttamente nella realtà in cui si opera. Significa soprattutto aiutare a connettere conoscenze, capacità, competenze e comportamenti che possono apparire disgiunti per generare visioni innovative. Un’attitudine importante oggi e sempre più in futuro, in presenza di un’informazione ipertrofica, spesso confusa, quando non distorta, amplificata dal digitale, che agisce come un grande “distrattore”.
Facilitare le relazioni difficili
L’esperienza dell’incontro e del dialogo nei contesti dolorosi è fonte di ispirazione e fa riflettere sul valore del dialogo come collante relazionale e generativo. Il tema della gestione delle relazioni difficili è molto presente all’estero, ad esempio nell’esperienza post apartheid in Sud Africa o in seguito a conflitti in vari Paesi del mondo. Da qualche anno questa sensibilità si è diffusa anche in Italia con l’approccio della giustizia riparativa e con la pubblicazione, tra gli altri, del volume “Il libro dell’incontro”, uscito nel 2019 a cura di Guido Bertagna, Adolfo Ceretti e Claudia Mazzuccato, nel quale si racconta l’esperienza dell’incontro tra vittime e responsabili della lotta armata degli anni Settanta. Riflettere sulle condizioni che hanno reso possibili questi processi può favorire la gestione delle polarizzazioni, dei conflitti organizzativi e di lotte di potere a prima vista insanabili.
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